Descrizione:
Foresto Sparso deve il suo nome all'esistenza, in passato, di un grande bosco o di una foresta. Angelo Mazzi, uno dei più noti studiosi della storia bergamasca antica, fa riferimento ad un documento del 1153, nel quale si dice appunto "busco qui nominatur Forestum". L'origine della seconda parte del nome è altrettanto evidente: il comune è infatti composto da vari nuclei abitati, sparsi nella conca; si tratta di sei frazioni Chiesa, Gafforelli, Vallunga, San Michele, Tremellini, Franzi nella prima delle quali, che è la principale, sono concentrati il Municipio, e la parrocchiale.
Per quanto situato in posizione, appartata, il borgo (le cui origini sono ignote), con altri paesi della Val Capello, si trovò esposto alle conseguenze delle sanguinose faide tra guelfi e ghibellini. Un anno terribile fu sicuramente il 1380, quando bande rivali percorsero il territorio bergamasco compiendo ovunque stragi e distruzioni. Vani i tentativi di tregua dei Visconti, le cui minacce non bastarono a tener quiete le parti avversarie. Un'incursione dei ghibellini nella Valle Cavallina e nella Val Calepio lasciò dietro di sé seicento guelfi massacrati e decine e decine di case saccheggiate ed incendiate.
Foresto Sparso fu tra i paesi assaliti, ma le cronache del tempo non abbondano in particolari su quanto vi avvenne in quei giorni.
Negli anni successivi, gli abitanti ricostruirono le loro modeste dimore, continuando a coltivare i campi e a pascolare il bestiame. Ma la pace non fu duratura, perché alle lotte tra guelfi e ghibellini si sostituirono gli scontri in campo aperto tra l'esercito di Venezia e quello di Milano. Il celebre Niccolò Piccinino, al soldo dei milanesi, nel 1428 pose l'assedio al castello di Calepio che riuscì ad espugnare. Anche in questa occasione colonne di mercenari saccheggiarono la campagna circostante e devastarono i paesi, come si deduce dalle numerose esenzioni e indennità che Venezia concesse a tutte le località della zona, tra le quali figurava anche Foresto Sparso. Neppure gli anni seguenti furono tranquilli per il paese, che beneficiò nel 1433 di altre esenzioni rinnovate da Venezia, mentre veniva firmata la pace di Ferrara. Stabilizzatisi finalmente i confini e cessati gli scontri, per Foresto Sparso si profilava la possibilità di poter vivere in pace.
Nel frattempo il paese, come tutti quelli della vallata, entrava a far parte del feudo concesso da Venezia alla famiglia Calepio, per la fedeltà dimostrata durante la guerra con Milano e per risarcirla dei danni subiti.