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Comune di Dalmine

Comune di Dalmine

Dalmine (BG)
Categoria: Comuni
Contatti:

Comune di Dalmine
Piazza Libertà 1
24040 - Dalmine (BG)

La scheda è stata inserita da: Eugenio redazione
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Comune di Dalmine
Descrizione:
Le prime notizie di insediamenti nel territorio di Dalmine risalgono al periodo romano . In particolare, il ritrovamento nel quartiere di Sforzatica d'Oleno dei resti di una costruzione sacra, di un'ara sepolcrale e di epigrafi fa supporre la presenza di un borgo romano di una certa importanza. Nel podere Cimaripa del quartiere Mariano venne rinvenuto un corredo tombale tardo- gallico , che faceva parte di un complesso più numeroso, distrutto nel corso di lavori agricoli alla fine dell’800, reperti databili alla prima metà del Isecolo a.C
In epoca medievale  troviamo memoria di queste terre in numerosi documenti. I due villaggi di Sforzatica e di Oleno sono menzionati in documenti dell’ 879 (vicus Sportiadica) e del 909  (Aulene). Allo stesso anno risale la prima citazione di Mariano (Marelianus, 909), che insieme a Guzzanica (Jusianica,970), era una delle 15 terre bergamasche fortificate con un “castello” prima dell’anno mille. Di Sabbio (Sabie) si parla per la prima volta nel 954 . Dalmine (Almene) invece appare in documenti del 975. Negli statuti di Bergamo del 1263 i cinque abitati di Dalmine, Guzzanica, Mariano, Sabbio e Sforzatica sono nominati come comuni a sé stanti ed ognuno era dotato di un suo sistema difensivo. La popolazione di Oleno, al tempo del secondo incastellamento, abbandonò il villaggio per rifugiarsi nella vicina e più protetta Sforzatica. Nella descrizione dei confini comunali del 1393, il territorio di Dalmine, corrispondente all’attuale centro abitato e al suolo occupato dall’azienda, appariva come una grande proprietà di Giovanni di Baldino Suardi , il più importante dei capi della fazione ghibellina  di Bergamo. Tra il XIII  ed il XV secolo  la famiglia cittadina Brembati, guelfa , aveva provveduto ad acquisire numerosi terreni in Mariano. Tra la fine del 1200 e l’inizio del 1400 gli scontri per il dominio della città di Bergamo tra le fazioni ghibellina e guelfa si trasferirono nel contado, interessando più volte Sforzatica, Dalmine e Mariano. Nel 1440 la Repubblic Veneta  tolse ai Suardi le loro proprietà in quanto nemici di Venezia. I Canonici Lateranensi di S. Spirito il 19 ottobre 1498 acquistarono questi possedimenti dalla famiglia vicentina da Thiene . La chiesa di S. Maria d’Oleno dipendeva da Bergamo (Pieve di Lallio). Le tre chiese di S. Andrea, S. Lorenzo e S. Michele dal XII secolo  appartenevano alla pieve di Pontirolo vecchio (poi Canonnica d'Adda ) e facevano parte della diocesi di Milano . Nel 1567 san Carlo Borromeo , per affermare la sua autorità in questa parte della diocesi, istituì la Vicaria di Sforzatica, a cui furono assoggettate le 17 parrocchie bergamasche dipendenti da Milano. Nel 1599 furono riunite sotto la nuova pieve di Verdello . Dal 1787 le parrocchie milanesi passarono tutte alla diocesi di Bergamo. Nel corso del XVII secolo  vennero costruite tre nuove chiese (S. Andrea e S. Michele, consacrate nel 1754 , e S. Lorenzo, nel 1832), mentre quella di S. Maria d’Oleno venne ampliata e decorata. L’abbellimento di queste chiese vide la presenza in loco di importanti artisti come il Quaglio della Val d’intelvi, i Camuzio da Lugano, i fratelli Galliari da Biella. In questo secolo furono attivi due importanti scultori: Pietro Paolo Pirovano (1665-1738), originario di Viganò Brianza, ma residente a Sforzatica dalla fine del 1600, e il figlio Antonio Maria Pirovano (1704-1770), che fu considerato insieme a Giovanni Sanz uno dei più importanti scultori bergamaschi dell’epoca. Alla fine del ’700 subentrarono nuovi proprietari terrieri. Le terre di Dalmine furono sequestrate ai Canonici Lateranensi dalla Repubblica Di Venezia che le vendette all’asta ai Conti Camozzi. Illustre fu Gabriele , grande patriota del Risorgimento Italiano . Nelle proprietà dei Cassotti subentrarono i Dall’Ovo. Nella loro villa si segnala la sala dove è affrescata l’epopea dei “ Garibaldini”. Qui 200 camicie rosse giurarono fedeltà a Garibaldi. A Brembo nel 1840 i fratelli Pesenti comprarono terreni e realizzarono una loro villa con annesso oratorio. Il Conte On.le Gualtiero Danieli, esperto in diritto commerciale internazionale e deputato al regio Parlamento, sposato con la figlia di Gabriele Camozzi , nel 1907 convinse la tedesca Mannesman ad insediarsi a Dalmine, vendendo loro i terreni e aiutandoli nel realizzare le infrastrutture necessarie (ferrovia di collegamento, albergo, ...). Nella storia del movimento sindacale italiano Dalmine viene ricordata anche per la battaglia per ottenere la giornata lavorativa di otto ore. e proprio a Dalmine, il 15 marzo 1912 , ci fu la prima e singolare occupazione della fabbrica, perché la produzione continuò con l’autogestione da parte dei lavoratori. Per sottolineare l’importanza storica del fatto, il 20 marzo 1919 venne a Dalmine per la prima volta Benito Mussolini ed una seconda volta nel 1924 , quando era già capo del governo. L’episodio venne esaltato per rimarcarne le fondamenta della politica sociale del fascismo , che voleva basarsi sull’alleanza tra capitale e lavoro, tra impresa e lavoratori. Il 3 marzo 1920 l’azienda, diventata italiana durante la prima guerra mondiale, cambiò la sua denominazione in “Dalmine s. a.”, prendendo il nome dal territorio in cui era collocata. Un dirigente aziendale, Ciro Prearo, nella primavera 1926 fu nominato podestà dei tre comuni di Sabbio Bergamasco, Sforzatica e Mariano al Brembo. Nel gennaio del 1927 deliberò la soppressione di quegli antichi enti e l’istituzione del nuovo e unico comune di Dalmine (Regio Decreto 7 luglio 1924). Il villaggio di Dalmine, fatto di una torre e di poche case coloniche, cominciò a cambiare volto. Negli anni venti  e trenta  l’azienda diede al centro di Dalmine un’articolazione di tipo cittadino (viali, scuole, monumenti, quartieri, velodromo e piscina). Il 19 marzo 1931  venne inaugurata la nuova chiesa, anch’essa opera dell’azienda, e prese avvio la Parrocchia di S. Giuseppe. Con la crisi economica degli anni ’30 la proprietà della “Dalmine” diventò pubblica, con il passaggio del pacchetto azionario della società alla Finsider (finanziaria siderurgica dell’IRI). Nel 1944, nell'ambito della Seconda Guerra mondiale , la fabbrica del paese subì un bombardamento aereo operato dalle truppe alleate, che causò ben 274 morti. Questo a causa del fatto che la fabbrica stessa nel corso della guerra produceva materiale bellico anche per conto dei tedeschi. Negli anni ciquanta , con la ripresa produttiva, Dalmine diventò un polo di attrazione non solo per l’occupazione, ma anche per nuovi insediamenti. Il Vescovo di Bergamo mons. Bernareggi nel 1949 volle creare nella zona verso il fiume, conosciuta come “Campagna di Sforzatica”, una nuova parrocchia. Il parroco don G. Piazzoli nel 1957 vi fondò il quartiere Brembo e nel 1974 realizzò il museo del Presepio. Su richiesta della popolazione, Guzzanica si staccò da Stezzano e il D.P.R. del 23 gennaio 1963 sancì l’annessione al comune di Dalmine. Tra la fine degli anni sessanta  e la metà dei sessanta  ci furono lotte sindacali non solo per i contratti, ma anche per la difesa della salute. Il consiglio comunale più volte si pronunciò in merito alle vertenze in corso. Per circa quattro anni, dal 1976 al 1980 , la provincia di Bergamo fu colpita da oltre un centinaio di atti di terrorismo. Anche a Dalmine ci furono manifestazioni di questo tipo, non solo per la partecipazione di qualche giovane a quei movimenti, ma anche perché furono progettate e realizzate azioni contro persone e cose. In particolare il 18 ottobre 1977 la caserma dei carabinieri di Dalmine fu colpita con esplosivo e armi da fuoco. La crisi della siderurgia mondiale degli anni ottanta  ebbe forti conseguenze sul piano occupazionale, con una diminuzione valutabile in migliaia di posti. L'insediamento di nuove aziende e lo sviluppo del terziario crearono però nuovi posti di lavoro. Nel 1991 si è insediata in Dalmine la facoltà di  ingegneria  dell’università di Bergamo. Con il Decreto del Presidente della Repubblica del 24 marzo 1994  è stato attribuito a Dalmine il titolo di città  mentre nel 1999 sono stati avviati i lavori per l’insediamento del Polo tecnologico. Nel 1996, in seguito alla privatizzazione di molte aziende pubbliche, anche la  Dalmine Spa  è tornata ai privati, entrando a far parte della Techint della famiglia italo-argentina Rocca. Nel 2002 l’azienda ha cambiato denominazione in “TenarisDalmine”, mentre il titolo della “Dalmine” è uscito di scena dalla Borsa Di Milano  il 16 luglio 2003, dove era entrato nel 1924. Oggi Dalmine è il quarto comune della provincia per numero di abitanti, dopo Bergamo città, Treviglio e Seriate.


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