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Comune di Cortenuova
Piazza Aldo Moro 2
24050 - Cortenova (BG)
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Descrizione:
Questo piccolo centro della pianura bergamasca può essere considerato uno dei paesi più ricchi di storia dell’intera provincia. Le sue origini risalgono già all’ epoca romana , quando fu soggetto all’opera di centuriazione avvenuta anche in gran parte delle zone limitrofe. Al riguardo sul territorio comunale sono stati rinvenuti numerosi resti riguardanti tombe, lapidi ed utensili vari. I secoli successivi, caratterizzati da una scarsa antropizzazione del territorio, videro l’arrivo dei Longobardi , con i quali si venne a creare una curtis, ovvero un villaggio rurale inserito in un contesto latifondista. Questo insediamento ebbe un notevole sviluppo grazie all’arrivo dei Franchi , ai quali si deve anche il primo documento scritto in cui si attesta l’esistenza del toponimo: in un atto risalente all’anno 877 , l’imperatore Carlomanno dava in gestione i territori di Cortenova al monastero di Bobbio . L’importanza del centro crebbe grazie alla presenza di due importanti vie di comunicazione e commerciali che, intersecandosi proprio nelle vicinanze della Curtis Regia di Cortenuova, collegavano Milano con Aquilea e Bergamo con Cremona . Il successivo consolidamento del Sacro Romano Impero portò allo sviluppo del feudalesimo, che si instaurò per tutto il periodo medievale . Il primo usufruttuario del territorio comunale fu un certo conte Didone, il quale lo cedette nel 915 alla diocesi di Bergamo. Erano tempi in cui le diocesi erano comandate da vescovi-conte, che spesso infeudavano alcuni territori a propri parenti: è ciò che avvenne per Cortenuova nel secondo decennio dell' XI secolo , quando il vescovo Ambrogio Martinengo, diede in concessione il territorio di Cortenuova alla famiglia stessa dei Martinengo, che vi costruì un castello ed assunse il titolo di Conti di Cortenova. Di fazione guelfa ed alleata delle città di Brescia e Milano, estese la propria influenza su gran parte dei comuni attigui, nell’area compresa tra i fiumi Serio ed Oglio, suscitando le ire del comune di Bergamo. Nei pressi di Cortenuova si scontrarono i due più grandi eserciti di tutto il medioevo: quello di Federico II e quello della Lega , per un totale di circa 35.000 soldati. L'esercito della Lega temporeggiava, sicura che con l'avvicinarsi dell'inverno ci sarebbero state defezioni nell'esercito imperiale, già impegnato da molti mesi. Federico allora finse di ritirarsi verso l'alleata Cremona e si portò sul territorio di Cortenuova dove tese un’imboscata all’esercito della coalizione milanese-bresciana, che stava smobilitando ed era impegnato nell'attraversamento del Serio. La battaglia, che viene ricordata come Battaglia del Campo Rosso, o più semplicemente Battaglia Di Cortenuova sull' Ogilio , ebbe luogo il 27 novembre 1237 e portò alla sostanziale distruzione dell'esercito guelfo. Furono fatti 5000-6000 prigionieri, e un numero di circa 10.000 caduti. Il successo imperiale fu così netto che gli abitanti del borgo lasciarono immediatamente le proprie abitazioni, che furono distrutte ed incendiate il giorno seguente. Anche il castello seguì la stessa sorte. Conseguentemente il territorio passò sotto la giurisdizione di Bergamo, che vietò a chiunque di risiedervi. La condizione di luogo disabitato durò fino alla metà del XV secolo, quando le mutate condizioni politiche permisero un nuovo ripopolamento. Difatti il territorio aveva vissuto il passaggio alla Repubblica Di Venezia , che aveva messo la parola fine alle lotte di fazione attuando una politica lungimirante, volta a ristabilire pace e tranquillità, unite ad un miglioramento economico. Questa difatti compì numerosi interventi volti al miglioramento delle condizioni sociali e lavorative, dissodando terreni e costruendo canali per l'irrigazione. Tra questi va menzionato il fosso Bergamasco , costruito al fine di stabilire in modo definitivo i confini territoriali tra lo Stato di terra di Venezia ed i possedimenti del Ducato Di Milano . Il fosso lambiva anche il territorio di Cortenuova, delimitandolo a sud ed includendolo definitivamente nei territori veneti. I terreni vennero quindi donati dalla Serenissima al condottiero Bartolomeo Colleoni , che favorì la ricostruzione del paese ed del vecchio castello, sui cui resti fece sorgere nuclei abitativi rurali, in cui ospitò il personale addetto alla manutenzione dei suoi possedimenti. La popolazione cominciò a crescere, senza tuttavia superare poche centinaia di unità. I secoli successivi videro il borgo passare dalla dominazione veneta a quella francese nel 1797 a seguito del Trattato Di Campofornio , e poi a quella austriaca nel 1815 senza che qui accadessero eventi di rilievo. Dopo l’ultimo passaggio, avvenuto nel 1859 con l’annessione al Regno d'Italia nel paese ha cominciato a verificarsi un incremento della popolazione che ha portato il numero dei residenti ad avvicinarsi alle duemila unità.