Piccola comunità di montagna, di antiche origini, la cui economia è legata in minima parte all'agricoltura e per il resto a un modesto avvio dell'industria e del terziario. La comunità dei capovallesi si presenta con un indice di vecchiaia molto alto e si concentra quasi esclusivamente nel capoluogo comunale, che mostra una forte espansione edilizia. L'orografia presenta evidenti variazioni altimetriche e un profilo geometrico irregolare; si adagia su un lussureggiante pianoro alle pendici del monte Sisto e assume un aspetto particolarmente ameno, con la tipica e suggestiva impronta delle zone d'alta quota. L'abitato segue le caratteristiche geografiche della zona: si stende, infatti, sui rilevi che interessano quest'area e si compone di una serie di abitazioni basse e raggruppate a cerchio intorno alla chiesa principale.   È ubicata sui monti ad est del lago d'Idro, nella parte centro-orientale della provincia, in prossimità di quella trentina, tra i comuni di Valvestino, Gargnano, Vobarno, Treviso Bresciano e Idro. A 13 km dall'abitato si snoda la strada statale n. 237 del Caffaro. La rete autostradale di riferimento, costituita dall'autostrada A4 Torino-Trieste e dall'autostrada A21 Torino-Brescia, si trova invece a 59 km e vi si accede dal casello di Brescia centro. Piuttosto disagiati risultano i collegamenti ferroviari: la stazione più vicina, sulle linee Brescia-Cremona, Milano-Venezia e Brescia-Edolo, è a 54 km. Il terminale del traffico aereo per gli spostamenti nazionali e internazionali dista 91 km, mentre per le linee intercontinentali dirette ci si serve dell'aeroporto di Milano/Malpensa, distante 187 km. La struttura portuale, che offre un servizio commerciale e turistico, si trova a 204 km. Rientra nell'ambito territoriale della Comunità montana "Valle Sabbia". I principali riferimenti per ogni tipo di esigenze sono Salò e Brescia.   L'attuale denominazione si è affermata recentemente, nei primi anni del nostro secolo e si riferisce sicuramente all'ubicazione del luogo, posto su una posizione di rilievo rispetto al resto della vallata. L'antico toponimo era invece "Hano" e faceva riferimento probabilmente all'idioma romano IANUA che significa 'porta', poiché l'altura dell'abitato costituiva il percorso più accessibile verso Valvestino. La sua storia è segnata da eventi tragici: agli inizi del '500 subì l'invasione delle truppe lanzichenecche guidate dal generale Frundsberg. La discesa di questo esercito disseminò il terrore nella popolazione locale, alimentato dalla tremenda barbarie di quelle truppe ma anche dall'influenza degli ecclesiastici che temevano l'arrivo e la permanenza di soldati dissoluti ed appartenenti alla religione luterana. Fu proprio in quell'occasione che si distinse uno dei personaggi più famosi del posto, Giannantonio Negroboni, il quale organizzò un gruppo di volontari per opporsi strenuamente alla de vastazione straniera. Tra i beni architettonici di maggior rilievo figurano: la parrocchiale dedicata a S. Michele, ricostruita nel '700 sulle fondamenta di una chiesa rinascimentale, e il santuario dell'Assunta, riedificato con il contributo degli abitanti agli inizi del secolo ventesimo.