Descrizione:
Centro di montagna, di antica origine, che accanto alle tradizionali attività agricole ha notevolmente sviluppato il tessuto industriale, oltre al commercio. La comunità dei bovezzesi ha un indice di vecchiaia inferiore alla media ed è quasi tutta concentrata nel capoluogo comunale oltre che in pochissime case case sparse. Il territorio presenta un profilo geometrico irregolare, con variazioni altimetriche più accentuate nella parte settentrionale. Posto ai piedi di un colle, l'abitato, che fa registrare una forte espansione edilizia (fenomeno sviluppatosi soprattutto per soddisfare le richieste della popolazione residente sempre più numerosa), mostra un andamento plano-altimetrico vario. Si estende a nord del capoluogo provinciale, presso lo sbocco della Valtrompia, tra Concesio, Nave e Brescia. Da questa sua posizione trae intuibili vantaggi: a soli 11 chilometri dal casello di Brescia Ovest dell'autostrada A4 Torino-Trieste, può essere facilmente raggiunta anche con la strada statale n. 237 del Caffaro, il cui tracciato corre ad appena un chilometro dall'abitato. Il collegamento con la rete ferroviaria è dato dalla stazione di riferimento, che si trova infatti a 6 chilometri, sulle linee Brescia-Edolo, Brescia-Cremona e Milano-Venezia. L'aeroporto più vicino, di cui ci serve per i voli nazionali e internazionali, dista 73 chilometri ma per le linee intercontinentali dirette si raggiunge il terminale di Milano/Malpensa, a 139 chilometri. Il porto commerciale e turistico è situato a 178 chilometri. Al centro di intensi traffici industriali e commerciali, fa parte della Comunità montana "Valtrompia". La popolazione si rivolge prevalentemente a Brescia per i servizi e le strutture burocratico-amministrative non presenti sul posto. I primi insediamenti nella zona risalgono all'epoca romana, come testimoniato dai reperti archeologici rinvenuti, tra cui alcune tombe databili a quel periodo. Il toponimo, che in documenti medievali figura nelle forme di Buetio, Boveso, Bovezio e Buezium, è di origini incerte: alcuni studiosi ritengono che esso derivi dal latino BOS, ossia 'bue', mentre altri lo riportano alla voce prelatina "bova", avente il significato di 'smottamento', o al nome di persona "Bovo". Seguendo le vicende dei territori circostanti, dopo aver fatto parte, nell'alto Medioevo, dei possedimenti del vescovo di Brescia, subì diversi passaggi di proprietà: fu infeudata a più nobili famiglie, tra cui quelle degli Avogadro, dei Brioni e dei Rampinelli. Conquistata dai veneziani nella prima metà del XV secolo, agli inizi del Settecento fu coinvolta nella guerra tra francesi e imperiali, subendo saccheggi e distruzioni. Le vicende successive al declino della Repubblica veneta, sul finire del Settecento, hanno seguito quelle del capoluogo provinciale. Gravi furono le conseguenze della terribile epidemia di colera, che colpì la zona nel 1836. Fra le testimonianze del passato spiccano: la chiesa parrocchiale, ricostruita nel XVIII secolo su un precedente edificio di culto; il santuario di Sant'Onofrio, sul monte Spina; l'oratorio di San Carlo; l'ottocentesca chiesa di San Rocco, eretta su un'edicola del 1500; il palazzo Bordogna e l'imponente villa Rota, risalente alla fine del Settecento.