Descrizione:
Centro di pianura, di antica origine, che accanto alle tradizionali attività agricole ha sviluppato il tessuto industriale. La comunità dei gabbianesi, il cui indice di vecchiaia rientra nella media, è distribuita soprattutto tra il capoluogo comunale, in cui si registra la maggiore concentrazione demografica, e le località Acqualunga, Farfengo e Motella, oltre che in numerose case sparse. Il territorio comunale, comprendente anche i nuclei abitati di Fenil Vecchio e Padernello nonché la zona industriale, è ricco di corsi d'acqua e canali che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività; il suo profilo geometrico è molto regolare, con impercettibili differenze di altitudine. L'abitato, che ha conservato un'impronta rurale, senza lasciarsi condizionare troppo dal trascorrere del tempo, come dimostra la mancanza di segni di espansione edilizia, ha un andamento plano-altimetrico completamente pianeggiante. Sorge nella bassa pianura bresciana, nella parte meridionale della provincia, a confine con quella cremonese, sulla sinistra del fiume Oglio, tra Azzanello (CR), Castelvisconti (CR), San Paolo, Verolavecchia, Quinzano d'Oglio, Villachiara e Orzinuovi. I collegamenti viari sono alquanto agevoli: a soli 18 chilometri dal casello di Pontevico-Robecco d'Oglio dell'autostrada A21 Torino-Brescia, può essere facilmente raggiunta anche con le strade statali n. 668 Lenese e n. 235 di Orzinuovi, che si snodano rispettivamente soltanto a 10 e a 7 chilometri dall'abitato. Il collegamento con la rete ferroviaria è dato dalla stazione di riferimento, posta a 10 chilometri, sulla linea Brescia-Cremona. Per i voli nazionali e internazionali si raggiunge l'aeroporto più vicino, posto a 64 chilometri, mentre per le linee intercontinentali dirette ci si serve del terminale di Milano/Malpensa, a 138 chilometri. Il porto commerciale e turistico è situato più lontano, a 200 chilometri. La popolazione si rivolge prevalentemente al capoluogo provinciale e a Orzinuovi per il commercio, i servizi e le strutture burocratico-amministrative non presenti sul posto. Fino al 1863 si è chiamata Gabbiano, nome derivante dal termine latino GABIANUS, usato nel senso di 'paludoso', o dal personale GAVIUS, che compare su una lapide camuna rinvenuta nella zona: da quell'origine del toponimo deriva anche il nome degli abitanti del luogo. La denominazione attuale, assunta per distinguerla dalle località omonime, riconduce al nome del Santo Patrono. Occupata dai longobardi, nel corso del Medioevo seguì le vicende dei territori circostanti: possedimento dei Visconti, nella prima metà del XV secolo entrò a far parte dei domini veneziani e venne infeudata alla nobile famiglia dei Martinengo. La storia successiva alla caduta della Serenissima, sul finire del XVIII secolo, non si discosta da quella del resto della provincia che, dopo la restaurazione austriaca, partecipò attivamente ai moti risorgimentali e agli avvenimenti nazionali e internazionali succedutisi nella seconda metà dell'Ottocento e nel Novecento. Gli edifici di interesse storico-architettonico più importanti sono: la parrocchiale; la chiesa del castello, in cui è possibile ammirare affreschi del Quattrocento; la chiesa di San Genesio, risalente al XV secolo, e, in località Padernello, il castello Martinengo (ora Salvadego): rimaneggiato nel 1700, conserva una pregevole quadreria.