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Comune di Vedeseta
Piazza Don Arrigoni 7
24010 - Vedeseta (BG)
La scheda è stata inserita da: Jacopo Redazione
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Descrizione:
Le prime testimonianze scritte su Vedeseta e sulla Val Taleggio risalgono ad un'epoca non anteriore al secolo XI. Varie ipotesi si sono fatte sui primi insediamenti in valle, ma quasi certamente i primi abitanti provenivano dalla vicina Valsassina. C'è chi sostiene che i primi ad insediarsi nelle zone ora occupate dal comune di Vedeseta fossero i pastori che passavano l'estate in Val Taleggio, ben ricca di pascoli; altri invece - tra cui Giuseppe Locatelli che nacque e visse a Lavina di Vedeseta lo scorso secolo - pensano che vi si fossero rifugiati gli abitanti valsassinesi in quanto, essendo la valle circondata da alture all'epoca difficilmente valicabili, forniva una buona protezione contro le orde di barbari provenienti dal Nord Europa. All'epoca di Carlo Magno, la Val Taleggio divenne feudo del vescovo di Milano. Da allora, Vedeseta è rimasta sotto l'influenza della diocesi di Milano, fino al 1995 quando il cardinal Martini e il vescovo Amadei sottoscrissero l'accordo per il suo passaggio alla diocesi di Bergamo.Nel 1237 i Milanesi in ritirata dopo la dura sconfitta subìta contro Federico II nella battaglia di Cortenova, cercarono rifugio in Valsassina dove trovarono ospitalità grazie a Pagano della Torre, al quale, come ricompensa, venne affidata la Signoria delle Valli Taleggio e Averara. Sanguinose furono le battaglie per il possesso della valle e portarono gli abitanti dei due comuni a schierarsi su due fronti differenti: Taleggio dalla parte guelfa, a sostegno dei Torriani (che con i Visconti erano una delle casate più importanti della Lombardia), e Vedeseta dalla parte ghibellina, a sostegno dell'Arcivescovo di Milano. Questa divisione e le lotte che ne seguirono, portarono gli abitanti della valle a costruire castelli e case torri. A Vedeseta la più famosa torre era probabilmente ubicata dove ora c'è la Parrocchiale, infatti sembra che i materiali che componevano la torre furono poi utilizzati per la costruzione del vecchio campanile, poi demolito per far posto a quello attuale. Fu costruita nel XIV secolo da Orlando Arrigoni su un angolo della sua casa e fu quindi chiamata Torre d'Orlando. La pace fu firmata nel 1395, ma non durò molto. Nel XV secolo, infatti, la valle subì un'ulteriore divisione. La Repubblica Veneta prese possesso della provincia di Bergamo, ma Vedeseta rimase comunque territorio del Ducato di Milano. Le pietre di confine tra il Ducato e la Repubblica, chiamate termenü, definiti dopo un'immancabile serie di lotte tra i sudditi di Milano e quelli di Venezia, sono ancora presenti in Val Taleggio e oggi segnano il confine tra i comuni di Vedeseta e Taleggio. el 1746, quando la Lombardia passò agli Asburgo, Maria Teresa mise Vedeseta sotto la giurisdizione di Lecco, insieme con le Pievi di Bellano, Mandello, Varenna e Valsassina. Per trovare Vedeseta e Taleggio sotto la stessa bandiera, bisogna aspettare Napoleone Bonaparte, che nel 1797 le incluse entrambe nella Repubblica Cisalpina, dopo secoli di scontri, lotte e divisioni. La storia recente di Vedeseta racconta soprattutto il fenomeno dello spopolamento del comune. I 766 abitanti che si contavano nel 1921 sono diventati 244 nel 2005. Ciò è dovuto alla quasi totale assenza di industria e, soprattutto, di infrastrutture, al devastante fenomeno digital divide che colpisce la zona. Nel 2005 non solo Vedeseta, bensì tutta la Val Taleggio hanno rischiato addirittura di perdere l'unica struttura sanitaria presente in valle, un ambulatorio presso Olda di Taleggio. Inoltre tutte le vie di accesso che portano a Vedeseta sono di non facile praticabilità: capita che il passo che porta in Valsassina in inverno sia chiuso per neve; la strada per San Giovanni Bianco passa per l'Orrido della Val Taleggio che - sebbene suggestivo - è spesso luogo di frane[6]; la strada per Brembilla, nonostante sia la migliore, annovera la presenza di curve decisamente strette e pericolose nel tratto tra Peghera di Taleggio e Gerosa. Tutte queste ragioni hanno scoraggiato - e tuttora scoraggiano - i giovani a rimanere a Vedeseta, spingendoli a cercare migliori condizioni professionali e di vita verso i paesi della pianura.