Descrizione:
Il nucleo abitativo di Selvino si sviluppa su un altopiano compreso tra i 920 ed i 950 m s.l.m. che, delimitato dai monti Perello, Podona, Poieto e Purito, è posto sullo spartiacque tra la val Seriana e la val Brembana. Difatti, nonostante sia geograficamente che storicamente venga considerato parte della val Seriana, metà del suo territorio ricade nell’impluvio della val Serina, tributaria della val Brembana. I suoi confini amministrativi sono dati a Nord con la sottostante Rigosa ed a Nord-Ovest con Sambusita, entrambe frazioni di Algua; a Nord-Est con Aviatico, posto ad un’altezza leggermente superiore, con cui forma il comprensorio dell’altopiano, mentre ad Est con Ama, piccola frazione di Aviatico. A Sud-Est sono le pendici del monte Purito a suddividerlo amministrativamente da Albino, nei pressi della località Pià della Luera, mentre a Sud è delimitato da Nembro poco più a monte dell’abitato di Trevasco San Vito, frazione di quest’ultimo. Infine ad Ovest è il monte Podona a delimitarlo dal borgo di Salmezza, anch’esso competenza territoriale di Nembro. Per ciò che concerne l’idrografia, non sono molti i corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Si tratta per lo più di piccoli torrenti che raccolgono le acque in eccesso provenienti dai monti circostanti, e si sviluppano poi nel fondovalle seriano. Tra i principali vi sono il Cantor, che si sviluppa sul versante della val Serina e si getta nell’Ambriola, e l’Albina, che scende invece verso la val Seriana e confluisce nel fiume Serio presso Albino. Per ciò che concerne la viabilità interna, la principale arteria di collegamento è la S.P.36 che con fare sinuoso sale da Nembro, superando il dislivello di circa 700 metri che divide i due paesi, attraversa il centro abitato e giunge fino ad Aviatico. Ad essa si interseca la S.P.28 che collega Selvino con Rigosa ed Ambriola, riallacciandosi poi alla viabilità della val Brembana. Un importante ruolo nel trasporto individuale è dato dalla Funivia Albino-Selvino che, progettata nel 1954 ed aperta nel 1958 alla vigilia del boom turistico delle valli bergamasche, collega in pochi minuti le due località. In ambito artistico ed architettonico il luogo più importante è il Santuario della Madonna di Perello. Posto sulle pendici dell’omonimo monte, sulla strada che da Selvino porta alla Valle Serina, pur appartenendo amministrativamente al territorio di Algua, è da sempre considerato il principale edificio di culto della zona. Anticamente denominato Oratorio della Beata Vergine Maria ed Elisabetta nel Bosco del Perello e collocato in mezzo ai boschi, fu edificato nel XVI secolo in un luogo in cui la leggenda vuole che ad un contadino locale apparve per quattro volte la Madonna (o Santa Elisabetta) chiedendo la costruzione di una chiesa. La struttura è costituita da tre chiese quasi sovrapposte, un campanile e locali per ospitare i pellegrini. All'interno si trovano affreschi del XVI secolo. Sempre in ambito religioso merita menzione anche la chiesa parrocchiale, dedicata ai santi Filippo e Giacomo. Edificata nel corso del XVIII secolo e poi rifatta nei primi decenni del XX secolo, presenta interessanti opere pittoriche databili tra il XVIed il XVIII secolo, con un’interessante croce in rame argentato quattrocentesca. Degne di nota sono anche la chiesa santa Maria della Salute, di recente costruzione, ed il Santuario della Madonna della Neve. Selvino è noto anche per via dei numerosi cristalli di quarzo presenti sul territorio, rinvenibili nello strato roccioso risalente all’età quaternaria che ricopre le rocce mesozoiche (principalmente Dolomia Principale e Calcari marnosi), descritti anche dagli storici Celestino Colleoni, Mario Muzio e Giovanni Maironi da Ponte. Storicamente rilevanti sono anche la villa Piccinini, dove soggiornò il garibaldino Daniele, attualmente adibita a caffetteria, e la villa Ardiani. In quest’ultima operò il celebre artista Giacomo Manzù che, negli anni 1932 e 1933, vi dipinse numerosi temi quali la Mitologia, il Teatro, la Filosofia, la Musica, la Poesia, la Pittura, la Bellezza, l’Amore, la Maternità, i Frutti della terra ed il Mondo pastorale. Questi affreschi, sul finire del XX secolo, furono prima restaurati e poi traslati nella collezione della famiglia Ardiani, presso Milano. Vi sono anche il Parco Roccolino e la pineta di Via Elvezia.