Descrizione:
Il paese ha origini greco/romane: lo testimonia, prima il nome, derivante dal gentilizio latino Scantius (traslato in Scanze) e poiRos, di origine greco/atestina, dal significato "Mazzo di uva" (Ros è ancora in uso nella lingua bergamasca, con lo stesso significato). Il termine "ate", di origine celtica, significa "villaggio", da qui il nome di Ros-ate (vedi relazione del Capitano da Lezze della Repubblica di Venezia e i documenti inerenti, sino alla fine del XVIII secolo). Rosciate venne adottato sol nel XIX secolo. Rosciate è quindi un insediamento pre romano e pre celtico. Si pensa che la fondazione di Scanzo sia da collegarsi alla vicinanza del confine dell'impero, che ai tempi di Augusto, pare passasse lungo le pendici del Monte Misma, infatti a Scanzo era posto un castro romano sotto il comando del Tribuno Scanzius, della famiglia degli Scantii.[senza fonte] Il vitigno Moscato di Scanzo, unico moscato a bacca rossa esistente al mondo, dal quale deriva il vino Moscato di Scanzo (Docg),venne introdotto dai Greci all'incirca nel 1000 a.C., con la fondazione del villaggio "Ros".[senza fonte] Negli anni cinquanta venne rinvenuta una coppa di origine greca, ora esposta al civico Museo Archeologico di Bergamo, oltre a ciò, all'epoca di Torquato Tasso, venne rinvenuta una stele con scrittura greca, che i duchi di Gonzaga richiesero in cambio del autorizzazione di far tornare il grande poeta nella sua terra bergamasca, per curare la sua precaria salute.[senza fonte] Dopo il periodo di dominazione dell'impero romano, il paese subì numerose invasioni barbariche, in particolare i longobardi, che lasciarono una piccola necropoli (giardino Brentani,) nel quale venne rinvenuto un sarcofago con un guerriero, completo di armatura, che ora trovasi al Civico Museo Archeologico di Bergamo.[senza fonte] Secondo una leggenda, Alarico diresse le operazione di assedio di Bergamo dal colle denominato "di Alarico", ora località Castelletto, già residenza dei nobili Ginami, fedeli feudatari dei duchi Visconti di Milano. Il medioevo fu un periodo di particolare importanza per il paese, che si trovò in una posizione strategica, alle porte della città di Bergamo e lungo una delle principali direttrici viarie dell'epoca. Testimoni di questo periodo sono le fortificazioni ed i castelli presenti sia a Scanzo che a Rosciate, di cui oggi non resta molto: di grande importanza strategica fu soprattutto la fortificazione della Bastia, sul monte omonimo. Di origine medievale è anche la roggia Borgogna, fatta costruire dal condottiero Bartolomeo Colleoni nel 1473, che solca il centro abitato dirigendosi poi verso le campagne della pianura orientale bergamasca. Nei secoli successivi, tra il XVII ed il XVIII secolo i due paesi che fino al 1927 erano del tutto autonomi, conobbero un periodo di prosperità, con le famiglie più in vista impegnate nella costruzione di fastose ville sui colli circostanti al paese. Fra queste anche la famiglia di Giacomo Quarenghi, proprietaria di un edificio nel centro storico del borgo di Rosciate il cui muro di cinta in borlanti è stato parzialmente demolito nel 2010. Al giorno d'oggi la presenza industriale più significativa sul territorio comunale è rappresentata da un polo chimico di grande importanza, l'insediamento produttivo della Polynt in località Fabbrica, al confine con Pedrengo, che conta attualmente 454 dipendenti e si estende su una superficie di 397.228 m. Lo stabilimento, adibito alla produzione di anidride ftalica e altri prodotti chimici, è nato nel 1955 come Ftalital, poi Lonza SpA. La cinquantennale presenza dell'azienda ha determinato una contaminazione dei suoli a livello locale, che è in corso di valutazione da parte del Comune. Ulteriori problemi sono causati dall'inquinamento olfattivo causato dai miasmi provenienti dalle vasche di decantazione a cielo aperto. La Polynt è inserita nell'elenco degli "stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti" del ministero dell'Ambiente, ed ha predisposto pertanto un Piano di Emergenza Esterna. Dal punto di vista sportivo, è da ricordare l'esperienza della squadra di pallavolo maschile dell'U.S. Scanzorosciate che, dopo aver conquistato la Coppa Italia di Serie B e la promozione in serie A2 nel campionato 2003-2004, nell'anno successivo ha militato nel campionato cadetto con la denominazione Allegrini Bergamo, retrocedendo però all'ultima giornata. In seguito alla cessione dei diritti sportivi, la prima squadra è ripartita dalle categorie inferiori. Particolare interesse destano anche gli edifici sacri: la chiesa parrocchiale di Scanzo, dedicata a San Pietro ed edificata nel 1938, conserva dipinti di Palma il Vecchio e di Francesco Zucco. Ad essa attigua si trova la vecchia chiesa parrocchiale, con al proprio interno affreschi di Vincenzo Angelo Orelli, una scultura di Andrea Fantoni ed una pala di Enea Salmeggia, detto il Talpino. Parrocchiale di Rosciate La chiesa di Rosciate è del XIX secolo e, dedicata a Santa Maria Assunta, possiede affreschi del Cifrondi. Nei pressi della parrocchiale rimangono, anche se segnate dal tempo, alcune meridiane. La costruzione attuale della parrocchiale di Negrone, intitolata a San Pantaleone, risale al XIII-XIV secolo. Nata come luogo di eremitaggio durante il VI secolo, possiede un porticato esterno, un'abside con numerosi affreschi di Francesco Zucco ed è dotata di una grande torre campanaria. Questa originariamente era adibita a torre-rifugio appartenente al primitivo romitaggio, sovente utilizzata anche dalla popolazione. Vi si possono trovare anche dipinti del Talpino e parecchie tele che raccontano la vita del santo a cui la struttura è dedicata. Gli affreschi più antichi, oggi alla sinistra dell'altare maggiore, erano parte dell'antico sacellum del romito primitivo, e sono venuti alla luce durante i lavori per l'ampliamento della chiesa. La frazione Negrone inoltre si compone di diversi nuclei, tra cui Monte Negrone, Terzago, Fogarolo, San Pantaleone e Celinate. Lo sviluppo urbanistico del territorio avvenne per progressivo ampliamento di nuclei abitativi separati, nati ed accresciutisi intorno alle grandi proprietà terriere ed alle chiese. Non restano che pochi ruderi dell'antica pieve di S.Giovanni, presso la quale dovettero spostarsi i monaci di san pantaleone.