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Comune di Piario
Via Mons. Luigi Speranza 25
24020 - Piario (BG)
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Descrizione:
I primi insediamenti fissi sul territorio si presume siano stati opera delle tribù degli orobi, che si stanziarono in gran parte delle località della zona, donando il loro nome alla catena montuosa su cui si accamparono, vale a dire le attuali prealpi Orobie. Il territorio vide poi l'arrivo dei Galli Cenomani prima, e dei romani poi. In seguito fu conquistato da Carlo Magno, il quale lo donò, nell'anno 774, ai monaci dell'abbazia di Tours, i quali a loro volta lo permutarono a favore del vescovo di Bergamo nell'anno 1026, unitamente ai paesi limitrofi. Per trovare un documento che attesti l'esistenza del paese bisogna aspettare fino all'anno 1405, in cui vengono registrate alcune transazioni per conto della Misericordia di Clusone. Nel 1414 una sentenza di morte ai danni di Antonio di Capitani di Scalve rende giustizia del tentato omicidio con furto di un certo Giovanni di Andreolo di Piario. In quel tempo il paese era posto sotto l'amministrazione di Clusone, da cui si staccò nel 1636. La separazione riguardò un'entità molto vasta, denominata Oltressenda, che comprendeva, oltre a Piario, anche i vicini centri di Villa d'Ogna, Nasolino e Valzurio. Un'ulteriore suddivisione territoriale nel 1647 vide la scissione del precedente comune in due differenti realtà: Oltressenda Alta, esistente ancor oggi (comprendente Valzurio e Nasolino), e Oltressenda Bassa, che inglobava Piario e Villa d'Ogna. Soltanto nel 1797 si verificò la divisione di quello che era il comune di Oltressenda bassa in Piario e Villa d'Ogna. I due centri vennero riuniti in un'unica realtà amministrativa durante il periodo fascista (anno 1929), per poi separarsi nuovamente nel 1958. Nel corso del XX secolo e precisamente il 22 gennaio 1925 venne acquistata una vecchia villa con del terreno per la costruzione della Casa dell'Orfano per accogliere gli orfani della Grande Guerra. La Casa dell'Orfano era situata ai margini della pineta che divide il territorio comunale con quello di Clusone, in località Groppino, che diede grande risonanza al nome del paese. Molti giovani, ospiti della Casa erano affetti da tubercolosi e la struttura si specializzò per la cura di quella malattia e successivamente divenne prima sanatorio poi ospedale. Ora è utilizzato come centro servizi dall'A.S.L. L'edificio di principale interesse è la chiesa parrocchiale, intitolata a Sant'Antonio abate. Edificata nel XV secolo, fu soggetta ad una quasi totale ricostruzione avvenuta nel 1671. All'interno si possono trovare opere di grande pregio, tra cui una tela di Domenico Carpinoni, una tempera su tela attribuita a Giacomo Borlone de Buschis, l'altare maggiore in legno intagliato e dorato di Giovanni Piccini da Nona (1690-1710) ed un altare in legno di Grazioso Fantoni il Giovane del 1774. Di interesse anche la pala d'altare di Enrico Albricci da Vilminore (1714-1775) e gli affreschi datati fra 1466 e 1494. Altro edificio religioso degno di nota è il santuario di San Rocco. Costruito nel XVI secolo nella grande pineta posta ai margini del paese, è ancora oggi luogo di pellegrinaggio e di devozione popolare. In occasione della festività dell'Assunzione della Vergine Maria, il 15 agosto, si svolgono spettacoli pirotecnici.