Descrizione:
Centro formato da due borghi situati sulle sponde del Torrente Borlezza, su quella destra sorge il Borgo San Martino e su quella sinistra il Borgo San Gregorio. Il Borlezza è un torrente che lungo il suo percorso cambia nome per tre volte da Gera a Valeggia per finire con Borlezza. Tanto che in documento del 1179 si legge "etin Valle Lama finis Soare in summi". Il nome del paese compare poi in molti documenti anteriori all'anno mille, come a pagina 269 del volume I del Belotti: la ricostruzione delle località dall'ottavo al decimo secolo e la ricostruzione dei nomi di Sovere come appariva nei documenti dell'epoca: Suberas (837), Sure (905), Suare (906, 928, 959, 1040). Berengario nel 920 nominava Conte del Comitato di Bergamo Gisalberto, che alcuni danno originario di Sovere o più semplicemente proprietario di gran parte del territorio, morì prima del 930.
Ritroviamo il nome di Sovere legato al Santuario della Madonna della Torre, quando Papa Alessandro III lo concede al Vescovo di Bergamo Guala nel 1168, il santuario era soggetto alla Chiesa Romana, come premio per aver partecipato al trattato di tregua per porre fine alla guerra con l'imperatore Federico Barbarossa. Sovere fu vico romano, e la sua nascita come paese può attribuirsi all'essere stato sotto la protezione del forte Romano, una torre, cioè collocata sull'altura che lo domina, simili forti venivano costruiti dai Romani allo sbocco delle valli come vedette per premunirsi contro possibili invasioni barbariche e si intendevano presidiate dai soldati. La dominazione romana lasciò in Sovere tracce, come monete romane e altri reperti rinvenuti durante gli scavi delle nuove abitazioni nei pressi del santuario. Alla caduta dell'impero Romano, Sovere, collocato all'ingresso delle Valli Borlezza e Cavallina, Valli che conducevano a Bergamo, subì diverse invasioni barbariche: nel 464 passarono gli Alani guidati dal Re Burgo, nel 538 da Belisario, rimase sotto il dominio Longobardo dal 568 al 779 fino all'arrivo dei franchi guidati da Carlo Magno, nel 934 subì l'invasione degli Ungheri. La popolazione fu duramente provata dai continui saccheggi nel 538 e 680 e da pestilenze nel 628, 1088, 1423, 1528, 1630 e nel 1859. Sovere fu colpito da violente scosse di terremoto nel 801, 1172, 1222, 1224, 1397, 1570, 1571, 1660, 1724.
Il XIV secolo fu per Sovere, come nel resto d'Italia, uno dei più movimentati e turbolenti della storia della terra bergamasca. Nacquero schieramenti che hanno avuto origine dalle fazioni sorte in Germania, alla morte di Enrico V (1125), per disputare la corona imperiale. I guelfi, fautori dell’egemonia politica del papato, erano i sostenitori dei Welfen, duchi di Baviera; i ghibellini erano sostenitori della supremazia imperiale. Sovere passò sotto la Repubblica di Venezia dal 1428 al 1797, salvo breve periodo in cui fece parte del Ducato di Milano sotto Francesco Sforza (con la pace di Cremona del 1441 fu restituito alla Repubblica Veneta). In un documento degli ambasciatori veneti a Ferrara, 16 marzo 1468, vengono elencati i castelli e le fortezze della bergamasca, tra cui il castello di Sovere. Dal 1797 al 1814 Sovere fu aggregato alla Repubblica Cisalpina, ma alla Caduta di Napoleone passò all'Impero Austro Ungarico fino al 1859. Ricordiamo che durante le Guerre risorgimentali alcuni concittadini parteciparono attivamente come il Maggiore Caloandro Baroni.