Design, artigianato e solidarietà. Queste le parole chiave (e il titolo) della mostra di mobili e complementi d'arredo in esposizione presso l'Arsenale di Iseo, vicolo malinconia 2.
Sotto i riflettori della "mostra-mercato", che già da alcuni giorni è allestita e resterà aperta fino al 9 ottobre, sono alcuni pezzi unici di artigianato locale, completamente fatti a mano, provenienti dalle zone povere del Perù, in vendita per chiunque voglia acquistarli, dando così un contributo concreto in favore delle missioni che operano in quel Paese (e nell'America Latina), che presenta una situazione socioeconomica alquanto disastrata.
Patrocinato dal Comune di Iseo, l'evento è promosso e organizzato dall'associazione "Don Bosco 3A" onlus, organizzazione di volontariato, il cui obiettivo è la realizzazione di opere di carità e beneficenza, mediante la promozione e il sostegno delle missioni in America Latina del movimento "Operazione Mato Grosso".
Per la cronaca, questo movimento opera in Italia dal 1967, fondato dal padre salesiano Ugo De Censi, grande fedele di San Giovanni Bosco, dal quale traeva ispirazione per la promozione delle attività rivolte ai giovani. La mission di "Operazione Mato Grosso" è educare e preparare i giovani al lavoro nelle zone più povere dell'America del Sud: Perù, Ecuador, Brasile e Bolivia. Ed è proprio in Perù, a Chacas, che nel 1979 padre Ugo apre il primo "Taller", sulle pendici della cordigliera andina, una scuola di falegnameria, intaglio e lavorazione del legno, rivolta ai ragazzi più poveri e orfani, a cui viene offerto loro anche vitto e alloggio. In questo modo, durante i cinque anni di scuola, i giovani imparano un lavoro manuale artigiano, vengono seguiti da una famiglia e da assistenti, vengono educati al lavoro e all'arte, ma soprattutto all'amore verso la propria terra. Tutti i ragazzi, terminata la scuola, ricevono gli attrezzi da lavoro, strumenti indispensabili per guadagnarsi onestamente il pane, avendo la possibilità di scegliere se iniziare una nuova attività altrove.
Per evitare la loro migrazione verso le città, lasciando così le "periferie del mondo" ancora più povere, molti di loro entrano a far parte della cooperativa "Asociaciòn de Artesanos Don Bosco", il cui obiettivo è la promozione e lo sviluppo dell'attività lavorativa nelle aree native dei lavoratori.
Ogni opera realizzata nelle falegnamerie viene costruita in legno massello da un solo giovane che segue il lavoro dall'inizio alla fine. Successivamente, il pezzo viene trasportato, non senza difficoltà, fino alla costa per essere imbarcato e, quindi, trasferito tramite nave nei mercati del mondo. Attualmente, la cooperativa dà lavoro ad alcune centinaia giovani che sono dislocati nei vari pueblos della Cordilliera. I ragazzi che entrano nella cooperativa aumentano di anno in anno e per vendere i loro lavori qui in Italia è nata l'associazione "Don Bosco 3A onlus" che, basandosi sul lavoro gratuito di molte persone, organizza mostre, commercializza e consegna quanto prodotto in Perù. L'eventuale guadagno della vendita viene impiegato per la realizzazione di opere sociali come acquedotti, canali d'irrigazione e viveri per i più bisognosi.
Questi mobili daranno la speranza di un futuro più dignitoso a tanta povera gente e la possibilità ai ragazzi della cooperativa Don Bosco di poter vivere nella propria terra. Chi li compera ha la certezza di avere in casa propria un'opera d'arte, ma soprattutto di aver compiuto un gesto d'amore.
Esistono mostre "permanenti", a Roma, Schio (Vicenza), Sesto San Giovanni (Milano), Sarezzo (Brescia) e a Palosco (Bergamo), ma anche "itineranti", proprio come quella in svolgimento ad Iseo.
La mostra sarà aperta a tutti, ad ingresso libero, il giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.00 e il sabato e domenica dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 21.