Descrizione:
Comune di montagna, di antiche origini, la cui economia si basa essenzialmente sul turismo. La comunità dei bornesi, con un indice di vecchiaia nella media, è quasi tutta concentrata nel capoluogo comunale. Il territorio, comprendente anche i nuclei abitati di Ram, Croce Salven, Giallo e Palline nonché il lago di Lova, presenta un profilo geometrico irregolare, con accentuate differenze di altitudine: si raggiungono i 2.491 metri del monte Pizzo Camino. Il paesaggio, che richiama quello alpino, è molto suggestivo. L'abitato, adagiato su un altopiano, è interessato da una forte crescita edilizia e mostra un andamento plano-altimetrico alquanto vario. Lo stemma comunale, concesso con Regio Decreto, è troncato con un filetto rosso in fascia. Nella parte superiore si raffigura un monte sulla cui sommità si pone un castello con una torre; ai lati, tre cipressi. In quella inferiore, a sfondo nero, spicca un aratro d'oro. Sorge sulla sinistra del torrente Trebiolo, a confine con la provincia di Bergamo, tra Colere (BG), Azzone (BG), Schilpario (BG), Ossimo, Piancogno e Angolo Terme. I collegamenti stradali sono assicurati dalla statale n. 42 del Tonale e della Mendola, il cui tracciato corre a soli 10 chilometri dall'abitato. Le autostrade più vicine sono la A4 Torino-Trieste e la A21 Torino-Brescia, cui si accede dal casello di Brescia Centro, posto a 80 chilometri. Il collegamento con la rete ferroviaria è dato dalla stazione di riferimento, situata a 10 chilometri, sulla linea Brescia-Edolo. I terminali del traffico aereo e marittimo sono più lontani: l'aeroporto più vicino dista 68 chilometri ma per le linee intercontinentali dirette si utilizza lo scalo di Milano/Malpensa, a 155 chilometri; il porto commerciale e turistico è situato a 247 chilometri. Inserita nell'ambito territoriale della Comunità montana "Valle Camonica", fa capo prevalentemente a Breno e a Brescia per il commercio, i servizi e gli uffici burocratico-amministrativi non presenti sul posto. Fu abitata fin da epoca romana, come testimoniato dal rinvenimento nella zona di alcuni reperti archeologici, tra cui figurano tombe e lapidi. Il toponimo, che in documenti medievali compare nelle forme di Burnus e Burno, ha origini incerte: secondo alcuni risalirebbe alla voce lombarda "born", avente il significato di 'scheggia, risalto di roccia', o al piemontese "borna", 'buco'; altri invece si richiamano ai termini cenomani "bornica" o "burnich", usati nel senso di 'luogo abitato', oppure al personale latino BURNIUS. Possedimento, insieme ad altri comuni della Val Camonica, dei vescovi di Brescia, fu a lungo in conflitto con il comune di Azzone per i diritti di pascolo sui monti vicini. Nel XIV secolo fu assegnata prima ai Fostinoni e poi ai Federici, la cui investitura feudale fu confermata dai Visconti. Fu incendiata dai bergamaschi nel 1400. Dal 1427 entrò a far parte dei domini della Serenissima, di cui seguì le sorti. La storia successiva al declino della Repubblica veneta, alla fine del Settecento, non si discosta da quella del resto della provincia. Tra i monumenti spiccano: la chiesa di Santa Maria Annunciata, edificata nel XV secolo; la coeva chiesa di Sant'Antonio, che custodisce pregevoli affreschi del Cinquecento; l'oratorio dei Confratelli e la parrocchiale di San Giovanni Battista, ricostruita nella seconda metà del 1700 su una struttura del XII secolo.